Caro diario,
L’altra notte ebbi un sogno strano, davvero molto strano. Forse era solo un segno, o qualcosa del genere, e mi svegliai con una angoscia terribile. Sognai di essere una bambina con un vestito grigio a righe bianche e stavo in un luogo buoi dal quale intravedevo delle luci che giocavano. Delle ombre che si susseguirono, creando una specie di coperta che mi stava soffocando. Cercai di gridare, però era sempre più forte di me e mi toglieva il respiro. D’improvviso mi svegliai, ben coperta e al calore, e dalla finestra dalle persiane chiuse non per intero intravedevo delle luci che giocherellavano. Mi venne in mente in quel preciso instante una canzone, una melodia che conoscevo bene perché è la colona sonora del film “La vita è bella”che avevo rivisto qualche mese fa, forse perché quel sogno così irreale aveva provocato dei ricordi in me, e non solo del film. Mi ricordai quella sensazione orribile che provai quando a Budapest avevo visitato, insieme agli altri studenti stranieri che studiavano con me in Ungheria durante lo scambio studentesco, il museo dell’olocausto. Era una sensazione insopportabile, che mi fece scappare dal museo con il cuore in mano. Stavo piangendo quando Ferenc mi aveva raggiunta dicendomi che andavo tutto bene e che capiva. Disse che ero troppo sensibile però a quella mostra c’erano delle cose davvero forti per me che non supportavo il dolore che provavo, lo stesso che provai svegliandomi da quel brutto sogno che mi fece riflettere.
Ci sono delle cose che ricordiamo più, alcune meno, certe cose proprio lasciamo in un angolo sperduto del nostro cervello per non rincontrarle mai più. A volte ci sono delle cose brutte, che ci hanno ferito tanto o poco che evitiamo di proposito, e cose belle che ricordiamo ben volentieri. Esistono, però, le cose anche brutte, molto brutte e negative che non è facile mandare all’oblio, né dovremo mai farlo. Bisogna che le manteniamo ben conservate nella nostra memoria, e non solo oggi, ma tutti i giorni dell’anno, della nostra vita. Oggi il 27. gennaio, l’anno corrente 2011, un giovedì non qualsiasi. È una giornata dell’importanza storica, una giornata che bisogna celebrare non solo oggi ma anche tutti i 364 giorni che ci separano dal prossimo anniversario. È una giornata che ci ricorda degli orrori della seconda guerra mondiale, che ci fa risuonare nella testa le grida delle vittime, donne e bambini, dell’olocausto, dei campi del concentramento. È una giornata che celebra anche la vita, i sopravissuti che oggi possono testimoniare di quelle giornate buie e fredde che nessuno dovrebbe più vivere. È la Giornata della memoria, e per favore, non dimentichiamola mai.
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