Caro diario,
Oggi è venerdì, il 18 marzo. Una giornata all'apparenza normale, come tutte le altre, però non lo è. È una giornata speciale. Oggi compie gli anni una mia amica, una amica che conosco da troppo tempo, da quasi quindici anni. Lei si chiama Ljiljana e la conobbi quando avevo sedici anni tra i banchi di un liceo linguistico in una cittadina del nord della Serbia. Sono due anni che non la vedo, da quando sono stata per l'ultima volta in Patria e mi rendo conto quanto mi manca, anche se ora stiamo un po' più vicine visto che lei ora vive in Francia. Ci sentiamo spesso, però, grazie allo skype. Quando mi sono trasferita in Italia ci scrivevamo delle lettere e ogni tanto, quando sento una nostalgia forte, un po' come oggi, le rileggo. Anche oggi l'ho sentita, l'ho vista attraverso lo schermo del portatile, ma non so cosa darei per poterla riabbracciare o tirarle le orecchie, come si deve. Maledetta nostalgia.
È tutto il giorno che mi sento così, da quando Ilaria, una ragazza italiana che ha fatto la mia stessa università e che vive proprio a Novi Sad dove è nata Ljiljana, mi ha invitato a far parte di un gruppo sul facebook dedicato alla gente che si sente Italoserba, o Serboitaliana. Mi è bastato vedere quella foto della Fortezza di Petrovaradin per sentire un magone in gola, per rendermi conto di non essere così forte come cerco di apparire, per capire quanto mi manca quella città che all'età di 16 anni mi aveva accolto a braccia aperte. La stessa città che durante i bombardamenti della Nato nel '99 mi aveva protetta per una settimana. Ho cercato di ripercorrere almeno col pensiero le strade di quella cittadina chiamata Sremski Karlovci, dove andai a liceo e vissi per quattro bellissimi anni. Ho cercato di evocare dalla memoria quella felicità che provavo camminando sul vecchio ponte che collegava Petrovaradin e Novi Sad, quello che hanno distrutto con le bombe quel primo aprile che non scorderò mai. Mi sono trattenuta dalle lacrime, anche se bastava poco per aprire “česma“ e mettermi a piangere. Ho pensato alla summer school che feci a Belgrado due anni fa e a quella gita a Fruška gora dopo la quale visitammo il mio vecchio liceo a Karlovci. Gli altri studenti si meravigliarono quando mi sentirono cantare una canzone, il vecchio inno della scuola, che sempre mi commuove. Ho pensato a molte cose, molti profumi, i paesaggi, alle passeggiate che facevo lungo il Danubio. Quanto amavo e quanto tutt'ora amo la Vojvodina che aveva accolto me, una ragazzina impaurita della Šumadija, con tanto amore. Maledetta nostalgia. Maledetta.
Mi viene in mente quella canzone italiana che proprio dice che la nostalgia è una vera canaglia. Quell'emozione strana che provo verso la Serbia, quando sono qui, e viceversa. Quante volte essendo in vacanza in Serbia sentivo la mancanza dell'Italia, mi mettevo a seguire il tg della RAI e gli amici mi prendevano in giro. A volte mi sento proprio così, come se fossi divisa tra i due mondi, quello Balcanico e quello occidentale. Quando mi chiedono di dove sei, quante volte mi è capitato di dire che mi ritengo una persona fortunata per aver due case: una serba, dove sono cresciuta, e l'altra italiana dove vivo con i miei. Mi batte forte il cuore quando, andando in vacanza, là alla frontiera croato-serba, vedo l'insegna con scritto su SERBIA. E quando si rientra, quando vedo la scritta con Trentino-Alto Adige, quasi con l'orgoglio a volte dico:”Eccola, la mia regione. Siamo quasi arrivati a casa.” Quando ho visto l'invito di Ilà per far parte del gruppo di Italoserbi -Serboitaliani, non ho potuto fare a meno di pensare proprio a quello. Eh, sì, sono davvero una persona fortunata, io. Un po' serba, un po' di più e sono orgogliosa delle mie origini, e un po' italiana. Se penso che i primi anni portavo con sé in Serbia i sacchi di pasta e quando Ljiljana, e l'altra nostra amica Katarina venirono a trovarmi a Kraljevo, le feci mangiare solo quella. Quanto mi prendevano in giro, per forza. Non ero proprio una cuoca provetta all'epoca.
Eh, sì. Mi sa che oggi sono proprio nostalgica, eppure troppo. Non importa. Era da tempo che non mi sentivo così. Maledetta nostalgia.
Auguri cara amica mia. Se il Dio lo vorrà, ci vediamo a Novi Sad in estate. Buona notte amatissimo paese mio, a presto.
Romantico y dulce, muy a tu hermoso estilo, Besos.Bello Alice
RispondiEliminaGracias Alicia, de corazon. Me alegra que te guste. Y que entendiste todo a pesar que no estaba escrito en espanol. Besos
RispondiEliminagrazie carissima amica, ti voglio tanto bene e mi manchi tanto! eh, sono nostalgica anch'io ora... :) bacione! Lj
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