domenica 24 aprile 2011

Happy Easter..Buona Pasqua..Srećan Uskrs..Felices Pascuas..Joyeuses Paques

Dear diary,

It’s a lovely Sunday. Today is Easter, my favorite Christian Festivity. As every year, we colored eggs. I must admit that my dad is really the artist of our family. However, it is not the ordinary Easter as this year we are not all together. Without mum, who is unfortunately still at the hospital, nothing is the same. I really miss her so much. Hopefully, the next year it will be different. Now, dad and I are at my uncle’s place away from Trento, in Brescia. I am really happy to spend some time with my cousins. Greetings to everyone, HAPPY EASTER!

A tutti amici italiani, e alle loro famiglie, auguro di passare una serenissima Pasqua. Auguri!

Dragi moji prijatelji, od srca vam želim sve najbolje za uskršnje praznike. Hristos Voskrese!

A todos amigos deseo de corazón de pasar unas buenas y ¡Felices Pascuas!

Joyeuses Pâques à tous!


venerdì 15 aprile 2011

C’est ça... Je veux


Bonjour tout le monde !

C’est la phrase que me rappelle de notre professeur de la langue française, Dragica Pomana. Grace à elle j’avais découvert cette langue très belle que je n'ai parlée pas il y a beaucoup de temps. Liliana, ma grande amie dès temps du lycée, qui habite en France, à Strasbourg, m’a critiquée pour ça. Je lui ai promis que un jour j'écrirai quelque chose en français sur mon blog et hier soir J’ai décidé de accomplir ma promesse.

Comme j’ai dit, j’ai commencé à étudier le français au lycée. La moitié de la classe étudiait l'allemand et les autres étudiaient la langue de Prévert, mon poète préféré. J’étais dans le second groupe, tous débutants. Je me rappelle des mots de Madame Pomana, que nous disait que nous allons parler la langue bien à la fin de l’année. Je pensait qu'elle était folle, pour moi cette langue là était vraiment très difficile. Apres des années passées, j’ai appris beaucoup de choses. J’aimais parler cette langue très mélodique. Quand j’étais à Paris, en 2004, pour moi c’était l’époque la plus belle de ma vie. Mais, le temps passait et j’ai perdu l'habitude de communiquer en français.Quelquefois, je lis des choses, comme la poésie de Jacques Prévert. Ou j’écoute la musique.

A propos. Hier soir j’ai écouté une chanson. Très, très sympa que me plait beaucoup. La chantueuse s’appelle Zaz et elle est française. Voici, pour vous, la vidéo de sa chanson « Je veux ».




Il y a beaucoup de choses que Je veux. Mais c’est une autre histoire.

« Je veux d'l'amour, d'la joie, de la bonne humeur, c'est pas votre argent qui fera mon bonheur, moi j'veux crever la main sur le coeur.. »

A bientôt.. en français.

giovedì 14 aprile 2011

La vita

Caro diario,

Ripartire da zero è come nascere di nuovo. Lasciare alle spalle le cose negative e ricominciare usando solo quelle nuove. È un po’ come quando arriva il cambio di stagione e ci mettiamo a fare le pulizie nell’armadio. Impacchettiamo i pesanti maglioni invernali e i capotti insieme ai capelli e alle sciarpe e li scambiamo con le giacche leggere, oppure con i maglioncini a maniche corte, o con le camicie a tre quarti. Non importa con cosa, quello che è importante è il cambio in sé. È con il cambio d’abito, ci cambiamo anche noi. Si cresce, si impara, si diventa grandi. Di un tratto non siamo più i ragazzini che amano il divertimento, un po’ irresponsabili. Diventiamo uomini, adulti e più che altro responsabili. Non c’è più quell’io, che inevitabilmente diventa un noi. Noi due, noi tre o quattro. Che importa il numero. È un semplice noi. E con noi cambia tutto. Cambia la vita.

Spesso mi sono chiesta se siamo noi a scegliere la vita o è lei che sceglie noi alla sua immagine e somiglianza. Qualcuno vive una vita tranquilla, gioiosa. Altri vedono la vita come una costante battaglia da vincere. Alcuni sono felici, altri meno felici. Nessuno ha la vita uguale alla vita di un altro. Tutte le vite hanno qualcosa di autentico, unico. D’altronde, se fossimo tutti uguali, sarebbe palesemente noioso. Ci si soffre, ci si gioisce, ci si ama. Si vive una sola volta, e di questo bisogna approfittare sempre. Senza esagerare, ovvio. La vita è un dono prezioso, lo scrissi una volta già, ma non mi stanco mai di ripeterlo. Bisogna che ci prendiamo cura di lei, al massimo.

Alla fine sono arrivata alla conclusione che è la vita che sceglie noi che siamo parte di un grande disegno che alcuni chiamano il destino. E il destino sulla strada della mia vita ha portato sempre tante cose; tanti dispiaceri ma anche molti piaceri. Uno proprio mi è stato regalato ieri, dalla vita e dalle persone carissime che ne fanno parte da alcuni anni. Un piacere che mi ha fatto sorridere ma anche commuovere. Eppure tanto. Uno di quei piaceri che ti fanno capire quanto è bella la vita e quante sorprese porta con sé. La vita che ci ha scelti per farci percorrere una strada già disegnata per noi. La vita che ha dato tanto e continuerà a darci ancora molto. La vita che una parola precisa disegna al meglio: (ri)nascere. Ripartire da zero per scoprire tante cose nuove insieme.


Grazie alla vita e alle persone importanti che ne faranno sempre parte.


mercoledì 13 aprile 2011

Sunshine

Dear diary,

After the storm, the sun comes out, someone said once. Quite true, I may say, and it is not just a typical phrase we sometimes say. It is like this and basta. No more to add except that today is really one of those days. Sunshine is not only in my heart, in my soul. It’s all around me, us. It’s a very bright Wednesday afternoon. Compared to the last night, it is almost a gift, the unexpected gift I was not hoping to receive but there is. Sun is shining and warming me, I can feel its positivity and the influence that has on me. I feel quite good, indeed. Now.

Last night it was different. As usual, I prepared dinner just for myself, as mum is at the hospital and dad away for job. I was not in a mood for cooking something, and the wind that was shouting outside that load made me feel anxious, a little bit. It was so angry; I could feel its rage in those attacks to the dinning-room’s windows. The trees outside were trying to defeat themselves from the furious wind which didn’t have any intention to calm down. The lightning on the sky was announcing the arrival of storm. I went to the kitchen and take my favorite biscuits from the shelf. I turn the gas on to warm up some milk. At that moment I heard the first thunder. I felt uncomfortable and a bit scared but not much. The others came immediately after. Sometimes the thunders remind me of the sound of bombings and inevitably I remember of those spring days when my country was bombed by the NATO forces in 1999. When I was a kid I was really afraid a lot of thunders. And to calm down, I would prepare hot milk with honey, what I did last night. In moments like that I realize how much I hate loneliness, although I have always preferred it, since my childhood. I ate quickly as I could, those biscuits I like so much, and drank a cup of warmed milk with honey. I couldn’t wait to go to bed, to be honest, and the storm was there, still. I put away the cup and switched off the lights in the kitchen. I almost ran to the bathroom. Even there I could have heard that horrible sound of thunder and the uproar of the wild wind. I washed my face and brushed my teeth quickly, and put the sleeping dress on. Soon I was ready to go to bed. I got to my room in a few seconds. When I was finally under the sheet, I calmed down. I turned off the lamp on the night table while the storm lullaby was getting loader and loader. Would I manage to fall asleep, I was wandering. That was my last thought before entering the land of dreams.

I woke up with a smile on my face. To be honest, I don’t remember what I was dreaming about. It must have been something very nice. From outside the window was coming the light. Sun was shining brightly. There was no sign of last night’s anger of wind which was now playing gently with the plants on the balcony. I prepared coffee and pour it in my favorite cup I brought from Moscow in 2003. I put the radio on to hear some news. There is no better way to start the new day, isn’t it?

Have a nice Wednesday dear people, wherever you are.


martedì 12 aprile 2011

Domani è un altro giorno

Caro diario,

Sono seduta sul letto, vicino alla finestra aperta ad angolo. Da fuori sento i rumori del traffico, è proprio l’ora di punta. Tutti corrono a casa, dopo una faticosa giornata di lavoro, a riunirsi con i loro cari. Sono proprio fortunati, loro. Si riuniranno intorno alla tavola, tra una risata e l’altra, a cenare insieme. A ridere e scherzare, a raccontare i fatti del giorno che sta per finire. Di solito, a quest’ora qua, andavo in cucina a preparare l’aperitivo per la mamma, che rientrava alle sei e mezza di sera, e per me. Mi sedevo sulla mia sedia preferita e aspettavo che il suono del citofono mi annunciasse il suo arrivo. Non vedevo l’ora di sentire il rumore dell’ascensore che si ferma al nostro piano. Correvo ad aprire la porta tenendo in mano le sue ciabatte. L’abbracciavo, le prendevo la giacca e la borsa mentre lei andava in camera a cambiarsi. Poi, con il solito tintinello dei bicchieri iniziava la nostra chiacchierata serale. Mi parlava del suo lavoro, dei pasticci che combinavano i suoi colleghi. Era allergica ai loro pettegolezzi e non vedeva l’ora di rifugiarsi tra le mura di casa nostra. Ci rimboccavamo le maniche. Io preparavo la tavola, lei la cena, sbirciando ogni tanto sullo schermo della tv che emetteva “Chi vuol essere milionario”, il gioco che a noi piace molto. Ormai, sono settimane che ho dovuto, per forza, rinunciare a quel rituale ormai sacrosanto. È proprio in quei momenti che mi sento sola. Persino invidiosa della gente del condominio che ha quello che a me manca molto, essere insieme alle persone che amo. Papà è in viaggio, il suo lavoro lo porta sempre lontano. È partito per la Germania oggi. Mamma, preferirei che anche lei fosse in viaggio, forse uno lo faremo insieme quando finirà questo incubo. Lei purtroppo è in ospedale, un’ora e mezzo da qui, a Verona. Io, sono qui. Sola, fisicamente parlando. Con i pensieri e nel cuore sto sempre insieme a loro. Uniti anche quando siamo lontani. E questo è la famiglia. Sempre ed ovunque.

A volte non è facile andare avanti. Ci sono i giorni in cui mi vien da piangere, pensando a lei tra quelle quattro mura dell’ospedale, isolata da tutto e da tutti. Non sa se fuori c’è il sole o piove. È dura essere chiusi, ne so qualcosa. Da bambina ho passato molto tempo in ospedale, immobile e legata a letto. Poi, mamma, è stata sempre troppo attiva. Non si è fermata neanche dopo che ha avuto ictus, figuriamoci adesso. Ci parliamo ogni giorno, al telefono. Ci raccontiamo come sempre. Lei mi parla delle sue giornate là, del dolore che spesso le fa passare le notti in bianco, delle sue preoccupazioni. Io cerco di rassicurarla, di convincerla che vada tutto bene. Ed è così. Le parlo delle sue piante cresciute di cui mi occupo con tanto amore, sia quelle nel soggiorno che sul balcone. Quelle sono nuove, fioriranno tra qualche settimana, le vedrà al suo ritorno. Le do il coraggio per superare tutto. Tanto, presto tornerà a casa, dopo l’intervento. Ormai manca poco alla Pasqua, che questo anno la festeggiamo lo stesso giorno dei nostri amici cattolici e io conto di passarla insieme a lei.

Ci tocca aspettare, avere la pazienza. Quella non è mai stata il forte della nostra famiglia; a tutti noi manca, a chi poco a chi tanto. Tutto però passa. Come diceva la Rossella O’Hara, domani è un altro giorno. Si vedrà. Io non smetto di pregare per la donna che mi ha dato la vita, per tutti noi. Prima o poi, qualcuno ascolterà le mie preghiere. E non vedo l'ora di riabbracciarla. Domani, manco dovessi aspettare a lungo quel giorno, tutto sarà solo un brutto ricordo.

È uno di quei giorni che mi prende la malinconia, proprio come nella canzone della grande Ornella Vanoni. Ma sono serena, nonostante la solitudine. Presto ti riabbraccerò, mamma. E non sarò più sola. Saremo insieme, tutti e tre. Come sempre.

giovedì 7 aprile 2011

Ne daj se Veco

Mama,

Postoji toliko toga u meni ovih dana. Gomila neizrečenih misli a svaka, ili skoro svaka, posvećena je baš tebi. U svakom kutku osećam tvoj miris. Svaki moj korak poistovećujem sa tvojim. Svugde te ima iako nisi tu. Sa tobom idem na spavanje i započinjem novi dan. Često ti pričam, iako kad pogledaš, kao da pričam sa samom sobom. Gledam tvoje duboke plave oči koje kao da se jedva naziru na slici ali ih vidim, kao i sreću koju u sebi nose. Da, bili smo baš srećni tog sunčanog dana kada ste došli po mene u Mađarsku. Ne znam zašto sam uramila baš tu sliku, ali jesam. Valjda da te imam pored sebe, blizu, sada kada si daleko. Zovem te svaki dan, čujem ti glas u kome se već nedeljama kriju bol i tuga, posećujem te vikendom. Sve u meni se lomi kada te vidim iza onog stakla, zaplakala bih ali ne smem. Moje suze ne treba i ne želim da vidiš. Plačem u samoći, u tišini, kada me niko ne vidi. Tako je bolje. A pred tobom sam jaka, nasmejana, puna optimizma. Sad nam je to najpotrebnije. Optimizam i vera u bolje sutra. I ovo će jednog dana proći, veruj mi.


Ne daj se, mama. Ne sada. Znam da je teško. Znam koliko boli. Ali, opet, ne posustaj. Ne misli negativno. Budi pozitivna. Sutra će sve ovo biti samo jedan ružan san koji ćemo ostaviti iza sebe. Misli na nešto lepo. Ne daj se, ne sada kada samo od tebe zavisi tvoj oporavak, i ishod operacije. Oduvek si bila jaka, davala si mi snagu kada mi je bilo najpotrebnije. Bodrila me da idem dalje kada sam mislila da to neću moći. Sada je na mene red da uzvratim uslugu, mama. Mama, iako te više zovem Veca. Baš kao da si mi neka prijateljica, ali ne bilo koja, ona najbolja. Ne daj se, ne odustaj. Izdrži još malo a onda će sve opet biti kao pre. Čeka nas naše cveće, koje je trebalo zajedno da sadimo. Čekaju nas sunčani dani na našem jezeru. Čekaju nas bolji i lepši dani. Bolje i lepše sutra.

Ne daj se Veco, ja sam uz tebe. Svakog minuta, svakog sata, svakog dana si u mojim mislima i u mom srcu. Ne daj se, mama. Izdrži još malo. Samo malčice.

Voli te tvoja jedina ćera.

Dedicado a vos, amiga

Hola, ¿Qué tal?

Hoy es un día maravilloso, lleno de sol y calor. Somos en primavera, es natural que sea así, pero a mí me parece que somos casi en verano. Mejor, ¿no? Este lindo tiempo que hay afuera me llena de tanta felicidad y alegría. Me siento más positiva, más tranquila. Las semanas pasadas fueron muy difíciles para mí y para mi familia, sobre todo por mi mama que todavía está en hospital de Verona. Pero en mi corazón siento que muy pronto todo se va a reglar. Como todas las batallas de la vida que tuvimos en pasado, vamos a vencer también a esta última. Por fortuna no somos solos en esta guerra, podemos contar con nuestros familiares y amigos que desde cuando llevaron a mama en hospital de Verona nos dieron su apoyo moral y tanto cariño que necesitábamos. Los amigos de siempre no nos dejaron y no saben cuánto somos agradecidos a ellos por su presencia constante aun sean lejos, en nuestro país de origen. Como yo soy agradecida a una mujer especial que no solo me había dado mucho cariño, me dio mucha fuerza para seguir adelante con sus palabras justas y dulces.

A veces la vida nos sorprende y nos pone en nuestro camino las personas maravillosas que aun no conozcamos personalmente, sabemos que están y sentimos bien fuerte su presencia. Es lo que sucede a me, o mejor que me sucedió. Conocí a Dani a través una red social que se llama twitter. No sé se podría explicarlo a la mejor, pero desde principio, leyendo las cosas que escribía, la sentí muy vecina a mí, a mi manera de pensar. Daniela es una psicóloga argentina. Puede ser porque lo sabía, o por una razón a mi desconocida, pero la noche que mama tuvo el accidente, siendo muy mal, escribí un mensaje a Dani. Me sentía culpable por no haber hecho más para salvar a mama de fuego. Pensaba que había podido reaccionar en una manera diversa, hacer algo para que ella sufriera menos. Me consideré débil. Estaba pensando y repensando a lo que sucedió buscando las respuestas a mil preguntas que había, sin ninguna respuesta satisfaciente. Dani me respondió con mucho cariño que no olvidare nunca. Se convirtió en mi confidente, mi consejera. Mi dio mucha energía positiva. La sentí muy vecina aun sea lejos. Es una persona magnifica y estoy muy feliz por haberla encontrada en camino de mi vida.

Gracias por todo Dani. Por ser lo que seas. Gracias por tu cariño, tu bondad y sobre todo por tu presencia. Gracias por tu apoyo de estas últimas semanas. No sabes lo que significa para mi todo esto.

Con todo mi cariño, hasta pronto amiga.

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